I Fiori del male
L’idea di realizzare una mostra sulle donne ricoverate in manicomio durante il periodo fascista nasce dalla volontà di restituire voce e umanità alle tante recluse che furono estromesse e marginalizzate dalla società dell’epoca. Durante il Ventennio si ampliarono i contorni che circoscrivevano i concetti di emarginazione e di devianza e i manicomi finirono con l’accentuare la loro dimensione di controllo e di repressione.
Sono figlie, madri, mogli, spose, amanti; sono donne vissute durante gli anni del regime fascista. Ogni viso racchiude una storia, ogni espressione diventa traccia di un percorso personale improvvisamente interrotto, ogni foto è stata scattata per catalogare i caratteri somatici di una nota discordante e renderli visibili a uno sguardo medico congelato su una concezione positivistica della malattia mentale.
Ai volti delle ricoverate sono affiancati diari, lettere, relazioni mediche. Materiali che raccontano la femminilità a partire dalla descrizione di corpi inceppati e che riletti oggi, con sguardo consapevole, possono contribuire a individuare l’insieme di pregiudizi che hanno alimentato storicamente la devianza femminile per isolarli dal nostro orizzonte culturale e non ripeterli sotto forme diverse.
La mostra è stata impaginata in modo da far riflettere sia sulla storia manicomiale del nostro Paese sia sulle diverse categorie di donne che furono colpite dalle misure restrittive. Divisa in sei sezioni, distinte da colori diversi, i temi e i percorsi che la compongono sono stati realizzati con una grafica che rende di facile lettura i contenuti e, allo stesso tempo, vuole emozionare il visitatore.
Il catalogo che accompagna la mostra foto-documentaria, oltre a riassumere le diverse sezioni che la compongono, è arricchito da alcuni contributi di studiosi ed esperti di psichiatria e da una bibliografia orientativa sul tema.
Info: https://www.fondazioneuniversitaria.it/cosa-facciamo/voci-dal-manicomio/mostra-i-fiori-del-male/